LO SAPEVI CHE? Vitamina C, evidenze scientifiche e fake news

LO SAPEVI CHE? Vitamina C, evidenze scientifiche e fake news

Gli studi pubblicati sulle riviste scientifiche negli ultimi anni, sembrano rivoluzionare la medicina. Le ricerche sull’intestino e sul microbioma, ad esempio, spingono Antonio Gasbarrini, professore ordinario della Cattolica di Roma, a definire il nuovo contesto come “microbiota revolution”.

Le ricerche dell’italiano Alessio Fasano sulla permeabilità intestinale disvelano la fisiopatologia delle infiammazioni sistemiche e le malattie autoimmuni. Di contro, molte informazioni, scoperte, intuizioni note già dagli anni 40 del 900 sono state nel migliore dei casi sottaciute, nascoste, confuse; mi riferisco alle ricerche sulla Niacina (vitamina B3), Acido Ascorbico (Vitamina C), colecaciferolo (Vitamina D3). In sintesi, non è di conoscenza comune che, quasi tutti i mammiferi producono la vitamina C nel proprio fegato. Questa trasformazione si ottiene a partire dal glucosio, attraverso un enzima (L-Gulonolattone ossidasi) che lo trasforma in vitamina C. Solo alcuni primati, tra cui l’uomo, e pochi altri mammiferi, pur avendo l’enzima, hanno un difetto genetico che impedisce loro di attivarlo, con il risultato che dobbiamo assumerlo per forza con l’alimentazione. Alcuni studi hanno verificato che i mammiferi producono tanta vitamina C. In particolare una capra ne produce circa 200mg/kg al giorno, pertanto una capra di 50kg di peso produce quotidianamente circa 10g di vitamina C. Se comparassimo la produzione di una capra con una persona di 70kg di peso, concluderemmo che questa dovrebbe assumerne circa 14g ogni giorno.

A cosa serve la vitamina C?

Si definisce vitamina, una sostanza, la cui assenza non permette al corpo umano di trovarsi in una condizione compatibile con la vita. L’assenza della vitamina C conduce alla malattia mortale chiamata scorbuto. Questo avviene a causa del fatto che il corpo umano non è capace di sintetizzare il collagene, che rappresenta la struttura portante di tutto il connettivo. In particolare, l’assenza di collagene degenera i vasi sanguigni, da cui sanguinamenti e poi la morte. La vitamina C però non ha solo questo compito, infatti è uno dei costituenti della catena degli antiossidanti, tra cui il tocoferolo (vitamina E) e la nicotinamide (una forma di vitamina B3). Viene definita “scavenger” cioè spazzina dei radicali liberi e permette l’attività di cellule del sistema immunitario tra cui i CD4 e i CD8. E’ essenziale per la produzione di alcuni neurotrasmettitori, soprattutto la noradrenalina, di ormoni, quali la vasopressina, la colicistochinina, l’ossitocina. E’ coinvolta nella produzione della carnitina per il buon funzionamento dei mitocondri (le centrali energetiche delle cellule). Fa funzionare gli enzimi epatici e cattura e espelle i metalli pesanti (azione chelante), oltre a partecipare all’assorbimento del ferro e del rame. Quindi è essenziale per la salute.

I primi studi si sono sviluppati già negli anni 40. Addirittura il dott. Freed R. Klenner, medico americano specialista in malattie toraciche, nel 1948 pubblicò uno studio, ritrovabile a questo https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18900646/, dove affermò di aver trattato 60 casi di poliomielite attraverso infusioni di una forma di vitamina C iniettabile (ascorbato di sodio) 2000mg ogni 6 ore in vena, più 2000mg ogni 2 ore per via orale. Tutti i pazienti sono migliorati tra le 36 e le 72 ore. Un contributo importante alla diffusione delle conoscenze sulla vitamina C fu dato dal noto chimico ed attivista americano Linus Pauling, unico nella storia ad aver ritirato ben 2 premi nobel, uno per la chimica e uno per la pace. Ha pubblicato oltre 32 articoli sulla vitamina C, ritrovabili al sito   https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=pauling%5BAuthor%5D%20vitamin%20c&sort=date,, dimostrando la sua efficacia nel raffreddore, influenza e cancro. Negli anni 70, 2 revisioni controverse minimizzarono questi effetti, ma queste contenevano gravi errori di calcolo, e bias, distorsioni di valutazioni, contro la vitamina C.

Ancora oggi i medici dispensano come acqua fresca antibiotici e cortisonici, e non rassicurano i pazienti in caso di integrazione di vitamina C circa le mega-dosi superiori ai 3g al giorno.

Agli onori delle cronache nel 2020, è balzato il giudizio dato dall’Istituto Superiore di Sanità che ha classificato l’uso di acido ascorbico e colecalciferolo nella malattia da COVID19 come una “fakenews”. Questo  in contrapposizione sia della corposa e robusta letteratura scientifica passata, sia dalle esperienze fatte sul campo. Tanto che a partire dalla seconda metà del 2020, fino ad oggi, molti medici prescrivono timidamente queste vitamine in caso di infezione.

Il problema vero è che, vista l’impossibilità di brevettare le vitamine, nessuna casa farmaceutica è disponibile ad investire in costosi studi di intervento a doppio cieco per fugare tutti i dubbi. Anzi si sono spese molte risorse in marketing e comunicazione per enfatizzare gli effetti avversi (bruciore di stomaco, diarrea, calcoli renali) e banalizzare i benefici.

Gli effetti documentati inoltre, sono molteplici: vanno dal miglioramento del controllo della pressione sanguigna, come confermato in questo sito: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12468561/, alla protezione dalle scottature solari il riscontro è qui: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30385817/.

Che la tua curiosità ti guidi nel tuo percorso verso la salute e la felicità.

Guglielmo Serafini

 

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