Gli effetti psicologici sui giovani a causa della pandemia

Gli effetti psicologici sui giovani a causa della pandemia

Come se i giovani non avessero altri problemi.

Tutti ricordiamo ancora con terribile stupore quello che è successo durante gli ultimi 5 anni. Da quel marzo del 2020 quando è cominciata una legiferazione compulsiva per imporre l’obbligo di non uscire di casa, di non accogliere parenti e amici presso le proprie abitazioni, di fare acquisti solo presso i negozi più vicini ai propri indirizzi, di restare a casa se ‘covidati’ in vigile attesa e tachipirina, di sottoporsi a tamponature in naso e gola per escludere il contagio influenzale da sars cov2,  fino all’obbligo di lasciarsi iniettare nel corpo una non meglio identificata sostanza immunizzante che tutto ha fatto tranne che immunizzare dalla malattia.

Qualcuno l’ha definita “la più grande sperimentazione di massa mai avvenuta”.

Oggi sappiamo dei lavoratori ricattati, e degli studenti adescati con panini e birra in omaggio, in cambio del loro corpo da violare.

Oggi conosciamo gli effetti avversi collaterali devastanti e letali che tanti hanno subito, e tanti erano in buona fede, fidandosi delle istituzioni di uno Stato percepito poi come il peggiore nemico.

Ma quello che hanno dovuto sopportare i minori, i giovani studenti, le anime ardite che si affacciano alla vita assetati di emozioni e pieni di energie, non ha pari con alcun altro tragico “fatto sociale”, per dirla alla Durkheim.

Cosa avranno provato a frequentare le lezioni da casa lontani dai propri amici e dall’ambito scolastico? E poi in classe distanziati di almeno un metro, con i volti di adolescente imbrattati da uno strofinaccio con gli elastici, peraltro inefficace e addirittura nocivo alla respirazione.

Oggi sappiamo che per loro il rischio di prendere quella influenza era praticamente nullo. Oggi sappiamo che l’obiettivo non era preservare la salute dei popoli ma al contrario il progetto è depopolare perché secondo alcuni uomini di scienzah, come Cingolani ex ministro della sicurezza energetica,  o Bill Gates, il pianeta Terra è stato progettato (ma da chi?) per massimo 4 miliardi di persone, il resto è di troppo disturbo e va eliminato.

Oggi abbiamo capito che il business più appetitoso per le ricche, potenti ed influenti case farmaceutiche  è stato quello di allargare la loro platea di consumatori facendo ammalare a vita le persone sane. Cominciando dai primi mesi di vita dei bambini, leggi https://www.liberamentenews.it/il-nefasto-progetto-lorenzin-e-lemendamento-borghi/.

In questi ultimi anni diversi sono stati gli studi finalizzati a verificare l’entità e la pervicacia delle patologie che hanno colpito i ragazzi anche a causa della conseguente Didattica A Distanza, della mancata socializzazione a causa delle chiusure in casa, degli effetti sulla psiche a causa del forzato uso di cellulari, tablet e computer.

I dati allarmanti hanno spinto il governo Draghi a prevedere un  “bonus psicologo” con la legge 15 del 2022.

L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), presente in Italia dal 1926 e riorganizzato col DPR n° 166 del 2010, ha elaborato un indice per misurare il disagio psicologico tra i più giovani. Si tratta di dare risposta e dei quesiti che si riferiscono a quattro dimensioni della salute mentale: l’ansia, la depressione, la perdita di controllo comportamentale ed emozionale ed il benessere psicologico.

La valutazione dei dati raccolti indica un netto peggioramento del benessere psicologico tra ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni proprio nel periodo 2020 e 2021, all’inizio delle regole liberticide imposte a causa della pandemia.

Ma vediamo nello specifico in quali ambiti il disagio mentale si è manifestato tra i giovani a causa della pandemia.

Nelle ultime rilevazione dello scorso anno è emerso il forte divario in peggioramento sul ‘prima’ della pandemia e sul dopo, in particolare a soffrire di più dei danni sono state più le adolescenti che i loro coetanei maschi. – Istat, Rapporto Bes 2023 (aprile 2024).

La difficile condizione di difficoltà dei giovani è stata anche  analizzata in relazione alle conseguenze dell’isolamento sociale, delle dipendenze e dei disturbi del comportamento alimentare.

https://www.openpolis.it/numeri/con-la-pandemia-benessere-psicologico-in-peggioramento-tra-gli-adolescenti-italiani/

L’Autorità Garante per l’Infanzia (Agia)  e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno promosso una ricerca sui fattori di rischio, endogeno (relativo al minore nel contesto familiare) ed esogeno(riferito al contesto in cui vive) che, dopo la pandemia, contribuiscono a compromettere ulteriormente la salute degli adolescenti. La ricerca ha evidenziato che la salute psicologica del minore rischia di peggiorare quando ci sono:

  • “Situazioni familiari complesse (es. separazione dei genitori, assenza o iperprotezione di figure adulte di riferimento, sovraccarico lavorativo dei genitori o lavori ad alto rischio COVID” ; su questo caso è doveroso osservare che, durante il periodo pandemico, sia le incessanti disposizioni legislative e sia le informazioni allarmistiche, provenienti dalla televisione e dai giornali, e rivelatesi ancora oggi del tutto ingiustificate, hanno contribuito ad elevare la condizione di stress incontrollato dei giovani.

   “Troppo stress si può accompagnare alla comparsa di comportamenti a rischio (ad esempio il consumo di alcolici, il fumo o l’uso di sostanze psicoattive), oppure essere associato a una maggiore frequenza di sintomi psico-somatici, tra i più comuni mal di testa, dolori muscolari e/o disturbi del sonno.

– Iss, Hbsc 2022, Principali risultati

  •  “…Utilizzo inadeguato e/o eccessivo dei dispositivi tecnologici per le attività didattiche e le relazioni sociali (es. eccesso di social network)..);

In questa circostanza è opportuno rilevare che le decisioni governative prese a causa della pandemia hanno accentuato se non legittimato l’uso dei dispositivi tecnologici amplificandolo in abuso che può comportare effetti negativi su diversi livelli:

Soggettivo: sentimenti di ansia, rabbia, apatia, noia, depressione, stanchezza, frustrazione, senso di colpa, irritabilità, tristezza e solitudine, depressione, attacchi di panico, euforia.

Comportamentale: eccessiva assunzione di alcol e droghe,  eccitabilità, irrequietezza, difficoltà di parola, attacchi di rabbia, calo del desiderio, alterazioni comportamentali, insofferenza verso membri della famiglia, aggressività.

Cognitivo: difficoltà nello svolgimento dei compiti e nel prendere decisioni, con un generale calo dell’attenzione, una diminuzione della concentrazione, una sostanziale riduzione e perdita dell’efficacia, maggior difficoltà a lavorare in team, lievi amnesie e “assenze a singhiozzo”.

Fisiologico: ipertensione, disturbi cardiocircolatori, emicrania, sudorazione, secchezza della bocca, difficoltà di respirazione, vertigini, mal di testa, formicolio degli arti, mal di schiena e al torace, disturbi del sonno, stanchezza cronica, affaticamento mentale.

https://www.mpprojectsrl.com/it/15-ultime-notizie-ita/94-tecnostress-ita.html#:~:text=In%20sostanza%2C%20il%20Tecnostress%20pu%C3%B2,%2C%20attacchi%20di%20panico%2C%20euforia.

  • Episodi di violenza sui minorenni e violenza assistita;

In proposito, Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’Istituto degli Innocenti afferma: “…Negli ultimi anni, stiamo assistendo a un aumento preoccupante di episodi di violenza tra adolescenti… Negli ultimi anni, la pandemia COVID-19 ha avuto certamente un impatto significativo sulla vita quotidiana delle persone, inclusi gli adolescenti… La pandemia ha causato un aumento della tensione e dello stress in molte famiglie e questo può aver contribuito ad un aumento di aggressività tra adolescenti. La limitazione delle attività sociali ha privato gli adolescenti di opportunità importanti per la loro crescita e sviluppo personale. Inoltre l’aumento dell’uso dei dispositivi digitali durante la pandemia ha contribuito al verificarsi di una maggiore incidenza di casi di cyberbullismo.”

Alle stesse conclusioni perviene un recente studio pubblicato nell’ultimo dossier di “Transcrime” sulle gang dei minorenni realizzato in collaborazione con l’Università cattolica del Sacro Cuore, il Viminale e il ministero della Giustizia, che ha evidenziato come “la pandemia da Covid-19, abbia  causato un peggioramento delle condizioni oggettive e soggettive di benessere personale”. Infatti i dati sono quasi raddoppiati rispetto al periodo pre virus, crescono anche i reati commessi in branco.

 https://www.repubblica.it/cronaca/2023/01/27/news/giovani_italia_violenza-385254143/

https://www.istitutodeglinnocenti.it/it/notizie/violenza-in-preoccupante-aumento-casi-tra-adolescenti

  • Prolungati periodi di chiusura della scuola;
  • Mancanza di zone verdi e chiusura prolungata di luoghi di aggregazione e/o socializzazione;
  • Percezione costante di incertezza e sfiducia nelle istituzioni;
  • Confusione generata dalla comunicazione da parte dei mass media;
  • Fragilità socio-culturali ed economiche (es. posizioni lavorative precarie o perdita del lavoro dei genitori).

E’ importante riflettere sui risultati di questa indagine, poiché tutti i fattori di rischio sopra citati rappresentano esattamente il quadro degli effetti prodotti dalle decisioni politiche mondiali prima che nazionali, con l’aggravante di un mondo dell’informazione giornalistica e televisiva, nonché gran parte del web assolutamente parziali e schierati nel descrivere una realtà fasulla ed alterata che oggi pare essere stata scoperta e contestata finanche dagli organi istituzionali, quegli stessi che l’avevano costruita.

Intanto però tutto quello che è successo durante questo periodo di falsa emergenza pandemica ha causato seri problemi sociali. A pagare le spese di quella che molti addetti all’informazione ormai definiscono come la più grande truffa del secolo, sono le categorie più fragili come gli adolescenti ed i minori.

https://www.openpolis.it/i-segnali-di-disagio-e-malessere-nella-condizione-di-giovani-e-minori/

È online il risultato di un’indagine realizzata dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per capire gli effetti della pandemia sul neurosviluppo e sulla salute mentale dei minori e gli effetti che le disposizioni  governative hanno determinato.

 I risultati sono stati raccolti nel documento di studio e proposta “Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi”, pubblicato a maggio 2022.

La raccolta di testimonianze ha messo in evidenza una vera e propria “emergenza della salute mentale”. I professionisti hanno infatti riportato un aggravamento dei disturbi già diagnosticati e l’esordio di nuovi disturbi Si è assistito a un aumento di problemi quali l’alterazione del ritmo sonno-veglia, il discontrollo degli impulsi, i disturbi del comportamento alimentare, l’ideazione suicidaria, il tentato suicidio, l’autolesionismo e il ritiro sociale (hikikomori), insieme a un aumento di altri disturbi del neurosviluppo e dei casi di abbandono scolastico.

 https://www.epicentro.iss.it/mentale/documento-agia-iss-2022

Una recente pubblicazione della “Fondazione Mondino” dell’Istituto Neurologico Nazionale di Pavia ha messo in evidenza l’aumento tra gli adolescenti di problemi psicologici gravi e di richieste di ricovero: “Aumentano i numeri assoluti e anche la gravità delle patologie, tra cui atti di autolesionismo e tentativi di suicidio. Sta esplodendo oggi il disagio già rilevato nella primavera 2020. Sono aumentate nell’ultimo trimestre di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso le richieste di ricovero per autolesionismo in Neuropsichiatria e anche i tentati suicidi aumentano del 50%, a fronte di un + 15%”.

Un’altra ricerca sui giovani tra i 18 e i 25 anni realizzata da “Sociometrica” per la Fondazione “Italia in salute”, rileva che: un giovane su tre soffre di sintomi depressivi legati all’emergenza Covid-19 e, in generale, nota che l’impatto psicologico dell’emergenza è più alto tra i più giovani, con una significativa riduzione della vita sociale.

L’impatto della pandemia sui giovani ha determinato un aumento dei suicidi del 10% nel 2020.

Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Torino, pubblicato sulla rivista scientifica eClinicalMedicine del gruppo Lancet, rileva che: “… nei giovani il tasso di incidenza annuale aggregato di suicidi nel primo anno di pandemia è stato di 4,9 casi/100.000, +10% rispetto al 2019. Un ragazzo su 6 ha avuto almeno un pensiero suicidario e 1 su 33 ha tentato il suicidio..”. LO STUDIO

https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=109152

Nel 2023, oltre 7mila persone hanno chiesto aiuto a Telefono Amico Italia per pensieri suicidari. Togliersi la vita è la seconda causa di morte tra i 10 e i 25 anni, evidenziando la necessità di prevenzione e interventi tempestivi. L’Associazione Culturale Pediatri (Acp) ha lanciato un allarme urgente sul rischio suicidario e sui segnali di autolesionismo, considerato ormai un’anticamera del suicidio. Questo perché i suicidi sono in aumento in Italia per tutte le fasce d’età  ma in particolare in quella adolescenziale e, purtroppo, con una crescita maggiore tra i minori. C’è anche un incremento del 60% dei casi di autolesionismo post-pandemia, con episodi che iniziano addirittura nella scuola primaria.  Un’analisi della Fondazione Umberto Veronesi ha confermato l’effetto devastante della pandemia che ha amplificato queste problematiche.

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/neuroscienze/suicidi-in-aumento-in-italia-per-tutte-le-fasce-di-eta

“…L’isolamento forzato, la mancanza di interazioni sociali e la chiusura delle scuole hanno accentuato il disagio psicologico tra i giovani, già esposti ai rischi legati all’uso degli smartphone, a causa della loro capacità di creare una dipendenza comportamentale precoce, alimentata dal confronto con modelli irrealistici sui social e dall’esposizione a contenuti dannosi…”

https://asvis.it/notizie-sull-alleanza/2630-21696/-suicidi-e-autolesionismo-la-crisi-silenziosa-tra-i-giovani-smartphone-sotto-accusa

Durante il periodo pandemico si è diffusa massivamente e per legge la Didattica A Distanza (DAD) che, unitamente alle chiusure (lockdown) hanno determinato una emergenza educativa per milioni di studenti e minori.

E’ la tesi sulla quale si basano tre studi, rispettivamente di McKinsey, della Banca Mondiale Unesco e dell’Università di Harvard, secondo cui la scuola per milioni di bambini non è più uno strumento di emancipazione. E’ parere di questi studiosi che la DAD ha danneggiato sia il livello d’istruzione degli studenti sia la salute mentale di bambini e ragazzi.

In particolare lo studio della Banca Mondiale e Unesco rileva la povertà educativa conseguente alla pandemia. Si tratta di: “… una catastrofe educativa che ha registrato il peggior shock della storia a causa della pandemia, dei lockdown e della istituzione delle zone rosse…”

Dalla ricerca risulta che il 70% dei bambini di 10 anni che vivono in Paesi a basso e medio reddito, non è in grado di leggere e comprendere un semplice testo scritto. E ciò misura la povertà dell’apprendimento dei bambini su cui la pandemia ha avuto un effetto più devastante.

https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/dad-e-crisi-educativa-quale-connessione-cosa-dicono-gli-studi/

Riguardo il fenomeno della dispersione scolastica, un’analisi della Commissione Europea del 2020 “ Relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione 2020” conferma che la spesa per l’istruzione in Italia è la più bassa dell’Unione Europea, e la spesa per l’istruzione superiore è stata ridotta del 19%. La stessa analisi conclude che il tasso di abbandono scolastico resta tra i più alti dell’UE, soprattutto al sud.

La situazione post-pandemia è quindi ulteriormente peggiorata.

https://op.europa.eu/webpub/eac/education-and-training-monitor-2020/countries/italy_it.html#one

Da un’indagine IPSOS “I giovani al tempo del coronavirus” su due milioni e mezzo di studenti dai 14 ai 18 anni, è emerso il considerevole rischio di un aumento della dispersione scolastica.

  • 34.000 studenti delle scuole superiori, a causa delle assenze prolungate, rischiano di alimentare il fenomeno dell’abbandono scolastico;
  • il 28% degli intervistati afferma che dal lockdown di primavera c’è almeno un proprio compagno di classe che ha smesso di frequentare le lezioni;
  • il 7% afferma che i compagni di scuola “dispersi” a partire dal lockdown sono tre o più di tre;
  • il 35% ritiene che la propria preparazione scolastica sia peggiorata;
  • uno studente su 4 deve recuperare diverse materie;
  • per il 38% degli adolescenti la didattica a distanza è un’esperienza negativa. In generale la principale difficoltà è rappresentata dalla fatica a concentrarsi per seguire per ore le lezioni online e dai problemi tecnici dovuti alla connessione internet/copertura di rete propria o dei docenti;
  • quello passato è considerato un anno sprecato” per il 46% degli adolescenti che, però, costretti a vivere in un mondo di incontri solo virtuali, hanno riscoperto il valore della relazione “dal vivo” con i coetanei;
  • in un’età di cambiamento quale è l’adolescenza, il tema delle relazioni personali è fondamentale e tra le “privazioni” di cui i ragazzi hanno sofferto di più c’è anche quella di non aver potuto vivere esperienze sentimentali importanti per la loro età;
  • il 65% è convinto di star pagando in prima persona l’incapacità degli adulti di gestire la pandemia.

         https://laboratorioadolescenzamagazine.org/456/

Un capitolo rilevante è quello relativo ai danni provocati dall’uso obbligatorio e  persistente dei famosi bendaggi chiamate mascherine. Sì perché se ne sono diffuse di ogni tipo e fattezza.

In un articolo di Lazzarino sul British Medical Journal (Lazzarino A. Rapid Response: Covid-19: important potential side effects of wearing face masks that we should bear in mind. BMJ 2020) vengono esposti i possibili effetti dannosi riconducibili all’uso prolungato della mascherina e anche qui al primo posto troviamo il falso senso di sicurezza che porta ad una ridotta adesione alle altre misure fondamentali per il controllo delle infezioni: il lavaggio delle mani e il distanziamento sociale.

Questo effetto è noto in letteratura come “effetto licenza” o “risk compensation”. Altro rischio riportato da Lazzarino è l’uso inappropriato, che in linea con il documento WHO chiarisce che il rischio di contaminazione aumenta se le mascherine vengono toccate di continuo o non cambiate/igienizzate correttamente. Insomma anche l’approvvigionamento di questi pseudo dispositivi di protezione ha rappresentato l’occasione di arricchimento per alcuni delinquenti che hanno approfittato della dichiarazione di pandemia per “fare soldi” truffando.

https://www.nurse24.it/dossier/covid19/danni-da-mascherina-miti-da-sfatare.html

Il 9,5% gli studenti che nel 2021 hanno concluso la scuola superiore con competenze di base inadeguate (+2,5 punti in più rispetto al 2019).

https://www.conibambini.org/osservatorio/un-giovane-su-4-lascia-la-scuola-senza-diploma-o-competenze-adeguate/

Un altro aspetto delle conseguenze patologiche a causa della pandemia  è rappresentato dal rischio di malesseri ed alterazioni della colonna vertebrale dovuto al prolungato e forzato utilizzo dei dispositivi elettronici utilizzati per la didattica a distanza.

La sintomatologia posturale da didattica a distanza (DAD) sta diventando un disturbo molto diffuso, non solo tra i docenti, ma anche tra gli studenti, i quali obbligati a stare davanti al pc o allo smartphone per diverse ore, tendono ad assumere posture scorrette che a lungo andare innescano mal di schiena, mal di collo, mal di gambe e in diversi casi portano all’insorgenza di alterazioni della colonna vertebrale.

L’osservazione e la correzione di tali vizi da parte dei genitori è importante,  l’ideale sarebbe quello di far sviluppare ai nostri ragazzi una  “consapevolezza posturale” al fine di evitare problematiche indotte dagli ormai continui passaggi tra scuola in presenza e formazione a distanza.

https://www.centroortopedicosantandrea.it/news/approfondimenti/dad-e-postura

Dalla lettura di questi dati eterogenei non ci sono dubbi sull’affermare che la crisi sociale e sanitaria di questi ultimi 5 anni ha notevolmente peggiorato le condizioni di vita di tante persone ma soprattutto dei giovani adolescenti.

In questo momento i governi ed i mass media sono concentrati sui fatti che accadono nei paesi coinvolti nelle guerre ed a cui anche i vari ultimi governi italiani hanno inviato armi e denari contro il dichiarato  volere del popolo che è sceso in piazza più volte a manifestare il suo dissenso. Pertanto nulla sta cambiando per alleviare le pene dei giovani e dei bambini.

Appare retorica l’intenzione di “restituire un mondo migliore alle generazioni future che ce lo hanno dato in prestito” ma, come dico spesso, “ è vero che siamo noi i responsabili di questo sfacelo ed i nostri figli hanno tutte le ragioni per sbatterci in faccia la cruda verità, ma dalle mie figlie non vorrò mai sentirmi dire …che non ho tentato nulla per riparare a questo disastro…”

Calo Ceresoli

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