
Teatro Genovesi – “InVIOLAta” dramma sociale
Nella foto: Franca Viola interrogata dalla Polizia. Alcamo, 2 gennaio 1965
Domenica 16 febbraio 2025, terzo appuntamento con il 16° Festival Nazionale ‘Teatro XS’ organizzato dalla Compagnia dell’Eclissi al Teatro Genovesi di Salerno.
Il ‘Genovesi ha ospitato la Compagnia SenzaConfini proveniente da Fasano, Brindisi, che ha messo in scena ‘InVIOLAta’ dramma sociale con la regia di Teresa Cecere e Davide Marzi. L’opera è costruita sulla storia realmente accaduta a Franca Viola, una giovane ragazza siciliana che venne rapita e violentata nel 1965.
La storia – All’epoca dei fatti Franca Viola aveva 18 anni e viveva ad Alcamo. Tre anni prima si era fidanzata, col consenso del padre, con un giovane nipote di un mafioso del paese. Quando, però, il giovane fu accusato di furto e di mafia, Franca lo lasciò e non volle più vederlo. A quel tempo era inconcepibile che una donna potesse decidere sul proprio matrimonio e sulla sua vita sentimentale. Finanche il codice penale prevedeva una serie di articoli che tutelavano lo stupratore qualora decidesse di riparare con il matrimonio, in qual caso il reato sarebbe estinto e con esso anche la eventuale condanna. Inoltre lo stupro era considerato un reato contro la moralità pubblica ed il buon costume. Bisognerà aspettare il 1996 affinché sia definito reato contro la persona offesa. Per inquadrare meglio la società dell’epoca va ricordato che il codice penale prevedeva il principio dello “ius corrigendi”, in base al quale il marito poteva picchiare la moglie qualora ravvisasse un suo comportamento poco consono, e ciò senza subirne alcune conseguenza legale. Questo obbrobrio cessò solo con la legge di riforma del diritto di famiglia nel 1975.
Il delinquente rifiutato, poiché Franca era sostenuta nella sua decisione dal padre, prima mise in atto delle azioni intimidatorie come bruciare gli alberi della famiglia Viola, poi decise di rapire la ragazza e con lei il piccolo fratellino di otto anni che liberò poco dopo, era il 26 dicembre 1965. Per otto giorni Franca Viola continuava a rifiutare di accettare di sposare il giovane mafioso, non mangiava, fu picchiata ed infine violentata. La polizia riuscì a liberarla dalla segregazione e fu allora che avvenne l’inaspettato: la ragazza, sostenuta dalla sua famiglia, rifiutò il ‘matrimonio riparatore’, portando a processo il violentatore che fu condannato a undici anni di carcere.
Anche il cinema ha affrontato l’argomento, notissimo il film di Pietro Germi del 1961 “Divorzio all’italiana” con una giovanissima e bravissima Stefania Sandrelli, un iconico Marcello Mastroianni ed un istrionico Lando Buzzanca. Il film è stato premiato con l’Oscar per la sceneggiatura, e due Golden Globe come migliore film straniero e come miglior attore a Mastroianni.
Ora che abbiamo inquadrato la dinamica sociale nella quale si svolge la storia che ha ispirato il dramma in questione siamo in grado di carpirne ogni passaggio messo in scena.
La commedia – Si vedono dei panni stesi ad asciugare, arrivano tre giovani attrici, forse nemmeno ventenni, che gioiosamente raccolgono i vestiti asciutti, un gesto considerato esclusivo solo per le donne, e cominciano a raccontare la storia di Franca. Interpretano i vari personaggi femminili, Franca, sua madre e la prostituta testimone di fatti, mentre relegano simbolicamente la presenza del delinquente Filippo Melodia e del padre Bernardo Viola, il primo con l’esibire una cravatta e per il secondo una coppola. Emerge la necessità di limitare lo spazio ed i tempi delle battute dei personaggi maschili fin troppo invadenti ed impositivi riguardo la vita delle donne. Le tre giovani ragazze, interpretate da Maria Barnaba, Sandra Di Gennaro e Ilenia Sibilio, si esibiscono nel racconto ora danzando sfacciatamente, ora recitando una preghiera in dialetto siciliano. Poi in piedi verso il pubblico a narrare i commenti reali di persone comuni, in quei giorni scritti sui giornali e sentiti nelle interviste televisive. Tutta l’opinione pubblica è contro Franca, e protegge il matrimonio riparatore che tutelerebbe anche la giovane ragazza abusata, come unico mezzo per mantenerne l’onore. La commedia ha pochi fronzoli, conversazioni e scenografia essenziali, e la difficile prova recitativa ha messo in evidenza la bravura, finanche inaspettata, delle tanto giovani attrici strepitose che hanno commosso un pubblico che non smetteva di applaudirle. Infine chiudono con la risposta alla battuta: ‘ niente è cambiato’ con un assordante e pacato: ‘invece sì’. Spettacolare!
Oggi Franca Viola ha 78 anni e vive ancora ad Alcamo, ha sposato nel 1968 Giuseppe Ruisi, l’amore che ha scelto. Negli anni è diventata il simbolo delle donne che lottano per i propri diritti. L’8 marzo del 2014 è stata insignita dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica.
Carlo Ceresoli