Quando ero solo Zelensky… il comico

Quando ero solo Zelensky… il comico

Chi l’avrebbe mai detto che oggi, all’età di 45 anni, sarei stato accolto con baci e abbracci da tutti i leader  europei, dal capo americano  e perfino dal Papa.

Mio padre, direttore del dipartimento di economia e tecnologia dell’università nella città di Kryvyi Rih, dove sono nato, voleva che diventassi avvocato ma dopo la laurea in legge ho ripreso la mia passione: recitare con il mio gruppo Kvartal 95 Club.

Mi sembra ieri che facevo il comico e l’attore. Recitavo in russo poiché io, di famiglia ebrea, non parlavo l’ucraino.

I miei nonni come tutti gli ebrei ucraini furono perseguitati quando, nel 1941, i tedeschi nazisti e gli italiani invasero la Russia con l’operazione “barbarossa”; entrarono anche in Ucraina e la parte di popolazione che abitava il nord-ovest del Paese li accolse come liberatori e si schierarono con loro, mentre gli ucraini dell’area sud-orientale diventarono partigiani per combattere i nazisti tedeschi ed italiani. Molti ebrei ucraini morirono. Poi l’Ucraina è entrata nell’ONU tra gli Stati fondatori nel 1945.

Quando il popolo ucraino ha deciso per l’indipendenza dalla Russia, nel dicembre del 1991, avevo solo 13 anni e già sapevo che sarei entrato nel mondo dello spettacolo.

Era il 1997, nel bel mezzo del crollo dell’economia, mentre il primo presidente ucraino Kravchuk, filo-occidentale, concludeva accordi con George Bush padre (l’ucraina si impegnava a smantellare ogni arma atomica sul suo territorio in cambio di 110 milioni di dollari per comprare prodotti americani),  ed io con il gruppo di spettacolo Kvartal 95 vinciamo l’edizione del gioco comico televisivo  KVN, arrivando alle finali del 2002.

Non pensavo certo alla politica, a quello che stava succedendo nel mio paese, io facevo il comico e le cose mi andavano bene.

Quando divenne presidente Leonyd Kucma, filorusso, la corruzione era alle stelle ma a farlo cadere è stato “lo  scandalo della cassetta” dove era registrata una sua telefonata nella quale voleva fosse eliminato un giornalista che gli era ostile; fu trovato decapitato.

In questo periodo tragico per la politica, è il 2003, con il mio gruppo di spettacolo ci siamo trasferiti a Kiev ed abbiamo fondato una nostra casa di produzione. In questo anno ho sposato Olena, è mia coetanea, è un architetto, ma anche lei ha scelto il fortunato mondo dello spettacolo e fa la sceneggiatrice.

Nel 2004 vince le elezioni e diventa presidente Viktor Yanukovyc filorusso battendo  Viktor Yushenko   filo-occidentale.

In questo anno  divento padre di  Oleksandra.

L’anno dopo,  il 2005, va in onda Evening Quarter il nostro programma comico e di satira, e nel 2006 partecipo alla versione ucraina di  “Ballando con le Stelle” che vinco a furor di popolo.

E mentre la sera gli ucraini ridevano alle mie battute comiche, la mattina andavano in strada per denunciare brogli elettorali e così  la Corte Suprema  invalida le elezioni. Le nuove le vince Yushenko, ma ruba 12 miliardi di metri cubi di gas russo e nel 2006 la Russia chiude il gas all’Ucraina e trova nuovi percorsi verso la Germania con il gasdotto nordstream e verso la Turchia con il gasdotto Turkishstream. Nel 2010 il Tribunale di Stoccolma condanna l’Ucraina a restituire alla Russia il gas rubato.

Intanto io continuo a far ridere gli ucraini con i mie spettacoli e le elezioni del 2010 le vince Yanukovyc, che sceglie di non firmare un accordo associativo con l’UE. Il popolo ucraino filo-europeista, dal novembre 2013 al febbraio 2014 scende in piazza a protestare con le magliette arancioni (euromaidan), occupa piazza Indipendenza; ci sono  scontri violenti e morti sparati da cecchini appostati sui tetti che qualcuno ha detto essere stati assoldati dalla CIA americana. Yanukovic si rifugia  a Rostov sul Don in Russia temendo di essere nel mirino dei cecchini.

In questo anno, nel 2014 nasce  mio figlio Kyrylo.

Ma è anche l’anno in cui il nuovo presidente eletto è Petro Porosenko che invece lo firma quell’accordo con l’UE  inoltre chiede che l’Ucraina entri nella Nato.

Vista la svolta europeista del governo ucraino, la Russia sostiene la Crimea che il 16 marzo 2014 dichiara la propria indipendenza dalla Ucraina per passare con la federazione russa, con un referendum popolare in cui ha votato a favore il 96% della popolazione.

Gli Stati ONU non riconoscono la volontà popolare e comminano le prime sanzioni economiche alla Russia che comprendono il congelamento dei beni ed il divieto alla imprese europee di avere relazioni commerciali con 1473 persone e 205 entità corporative russe.

Quello che è accaduto in Crimea suscita la volontà della popolazione delle due province Donetsk e Luhansk della regione sud–orientale del Donbass di volersi rendere indipendente dalla Ucraina. I residenti di questi territori scendono in piazza a protestare ma il governo ucraino invia i soldati del battaglione Azov, noto per l’orientamento ed il riferimento a simboli ed alla ideologia nazista; questi usano ogni forma di violenza non solo contro i separatisti protestanti ma anche contro i semplici cittadini russofoni del Donbass.

Accade che il 2 maggio 2014  un gruppo di cittadini si rifugia nella Casa dei Sindacati a Odessa ma i soldati del battaglione Azov danno fuoco all’edificio sparando su chi tenta di uscire per salvarsi dalle fiamme: muoiono 42 persone.

Questa strage di Odessa induce al tentativo di trovare una mediazione con il così detto “protocollo di Minsk” nel settembre del 2014 al quale hanno preso parte Putin per la Federazione Russa, Porosenko per l’Ucraina, la cancelliera tedesca Merkel ed il presidente francese Hollande come mediatori e dal rappresentante dell’ OSCE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Ma gli scontri sono continuati. Ed io mi sono prodigato con spettacoli al fronte per supportare i soldati dell’esercito ucraino a cui ho donato anche grosse cifre in denaro per sostenerli.

Nel 2015 sono all’apice della carriera ed esce la serie tv “Servant of the People” servitore del popolo, dove interpreto il ruolo di un insegnante di storia che educa al rispetto delle leggi ed alla lotta contro la corruzione dei politici e dei ricchi oligarchi ed infine diventa il presidente acclamato del Paese. La serie televisiva ha avuto un successo mediatico inaspettato soprattutto grazie all’utilizzo dei cellulari e dei social-media.

Neanche l’iniziativa del governo di Porosenko di promulgare leggi che dispongono la sostituzione dei toponimi russi delle strade e dell’abbattimento delle statue di personaggi risalenti alla cultura russa, riesce ad intaccare il successo della serie tv.

Ma arriviamo al 2018 quando gli USA ammettono di fornire armi e sostegno all’Ucraina per il controllo del Donbass e a quella che per il governo di Kiev era una missione antiterrorismo viene cambiato il  nome in “Operazione di Forze Congiunte”.

E’ in questo momento che la mia vita di attore e comico cambia in quella di politico. Si sa… la politica è un palcoscenico dove spesso si recita un ruolo e quello che viene proposto a me è il presidente della Ucraina, il vero capo di Sato. Ancora oggi non ho ben capito se è stata una proposta o una richiesta che “non potevo rifiutare”. Certo non è venuta da Porosenko l’attuale presidente mio rivale elettorale.

Lancio la mia candidatura l’ultimo giorno del 2018[i] e  alle elezioni dell’aprile del 2019, con il mio partito “Servitore del Popolo”, già proprio il titolo della serie tv di successo, vengo eletto, questa volta per davvero, presidente dalla Ucraina con il 73% dei voti. Ho 43 anni e sono il presidente più giovane della storia ucraina, poco importa se girano voci che sarei solo un fantoccio messo lì dall’occidente per eseguire il loro progetto di impoverimento e di annichilimento della Federazione Russa[ii]. A quale essere umano non piacerebbe provare l’ebrezza del comando, ho subito mandato a casa i miei oppositori in parlamento ed in pensione il presidente della corte suprema che frena le mie leggi, e poi vuoi mettere i milioni di dollari di ricompensa e le ville prestigiose di proprietà in giro per il mondo.

Lo faccio anche per i miei figli e per mia moglie. Io ci metto la faccia e la storia mi ricorderà per questo.

Devo solo convincere il mondo che l’Ucraina lotta per la libertà e per salvaguardare questo principio che riguarda tutti i paesi del mondo. Lottiamo contro un invasore che vuole impadronirsi di parte delle terre ucraine, poco importa che noi europeisti odiamo e perseguitiamo da sempre la popolazione del Donbass che parlano, pensano e vivono come i Russi e che hanno scelto di vivere con loro.

Non si può tollerare anche se…dipendesse da me…li lascerei perdere, vogliono così peggio per loro, ma non posso, devo fare il presidente che lotta per la libertà, contro l’invasore,  così mi hanno detto.

Mia figlia Oleksandra oggi ha 19 anni e Kyrylo di 9 anni, lui  è già un piccolo stratega: mi dà consigli militari, sa dirmi quali armi devo chiedere ai Paesi alleati dell’Ucraina di cui  conosce tutti i nomi[iii].

I miei figli vivono all’estero dal 24 febbraio 2022, il giorno dell’inizio del conflitto con la Russia. Mi hanno assicurato che sono “sotto protezione…al sicuro”. Meglio così, per me e per loro.

Comunque vada, spero mi lascino vivere il resto della mia vita con la mia famiglia e che la gente non mi sputi in faccia[iv] quando non sarò più presidente e mi incontrerà per strada.

Vorrei tornare a fare il comico… non più l’attore di reality…troppo pericoloso.

Carlo Ceresoli

[i] https://youtu.be/BmevwxZJTqs

[ii] https://youtu.be/BmevwxZJTqs

[iii] https://www.trend-online.com/politica-attualita/zelensky-moglie-figli-chi-sono/

[iv] https://youtu.be/poKweTZHf9k

 

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