LO SAPEVI CHE? Vitamina D – la sconosciuta di cui tutti parlano
E’ convinzione comune che dopo una certa età bisogna assumere le Vitamina D.
Le signore dopo i 50 anni che si rivolgono al medico di famiglia, si vedono prescrivere una dose di vitamina D da prendere ogni mese, o se va bene ogni 15 giorni.
Nel caso poi che, dalle analisi del sangue dovesse risultare che il livello di vitamina D superasse i 30 mg/ml, il/la paziente riceverebbe un perentorio invito a sospenderne l’assunzione in quanto ormai sufficiente.
Non sono pochi i medici che, a fronte di livelli misurati di 70 o 80 ng/ml saltano sulla sedia e comunicano immediatamente di smettere, in quanto questi livelli sono considerati tossici.
Cerchiamo di fare un pò di chiarezza.
La vitamina D è un ormone che il corpo produce in determinate condizioni e che ha innumerevoli effetti.
Se sulla pelle è presente il colesterolo, e se i raggi ultravioletti sono ad una determinata frequenza (accade solo nei mesi estivi e a determinati orari), allora è possibile (dipende anche questo da molti fattori, quali età, colore della pelle, etc) che la pelle converta il colesterolo in colecalciferolo.
Questo colecalciferolo non è ancora la Vitamina D, ma è un suo precursore chiamato anche Vitamina D3, che svolge dei compiti di cui parleremo successivamente. Focalizziamoci sul metabolismo generale ora.
Il colecalciferolo viene trasportato al fegato, il quale procede ad una trasformazione da colecalciferolo a calcifediolo (sulle analisi 25OH).
il calcifediolo viene trasportato ai reni che lo trasformano nella vera vitamina D che si chiama calcitriolo.
Riassumendo colecalciferolo (pelle), calcifediolo (fegato) calcitriolo (reni).
Quando il medico di famiglia prescrive le analisi, non prescrive di misurare il livello della vitamina D (calcitriolo 1-25OH) ma di misurare il calcifediolo (25OH), questo perchè l’emivita nel sangue del calcitriolo è di sole 5 ore circa.
Quindi i valori della misurazione delle analisi del 25OH calcifediolo sono solo indicativi dei livelli di vitamina D reali. Infatti, in caso di problemi renali, il calcifediolo potrebbe non essere convertito in calcitriolo, e si potrebbe riscontrare, a fronte di un valore alto presente nelle analisi, ma un valore reale di vitamina D attiva molto basso.
Come si fa a capire se il nostro corpo ha sufficiente calcitriolo?
Focalizziamoci su uno degli effetti indiretti del calcitriolo. Quando il calcitriolo aumenta, un altro ormone diminuisce, questo ormone è il patatormone (PTH) che viene prodotto dalle paratiroidi.
Quindi, per verificare se i livelli di vitamina D sono realmente sufficienti non basta osservare il valore del calcifediolo (25OH) ma anche del paratormone, che dovrebbe, nelle migliori delle ipotesi attestarsi nel primo quarto del range 15 – 60 pg/mL.
Pertanto, in caso si decidesse di iniziare una integrazione (sempre sotto controllo, e su indicazione del medico), il medico prescriverà colecalciferolo, se fegato e reni funzionano correttamente, calcifediolo (es. dydrogil), in caso di problemi al fegato, e calcitriolo (es. Rocaltrol) in caso di problemi ai reni.
Approfondimenti al prossimo articolo.
Che la tua curiosità ti guidi nel tuo percorso verso la salute e la felicità
Guglielmo Serafini