Abrogazione multe a no vax. Le reazioni dal mondo politico e scientifico: “Pericoloso” secondo Burioni, “segno di pacificazione nazionale dovuto” per Salvini
Nessuno si faccia prendere da sentimenti violenti: fa male alla salute. Si cerchi, invece, di trovare il lato comico, un lato che è quanto mai spiccato, nell’articolo del giornale distribuito via Internet Quotidiano Sanità https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=126407 dove si riportano alcune delle reazioni illustri riguardanti l’ennesima farsa messa in scena per il bene comune da un regime che il popolo italiano ha voluto, santificandolo con elezioni libere e democratiche.
Con ammirevole coerenza, in modo del tutto equo tra i vari governi che si succedono sull’italico palcoscenico, anche quello della signora Meloni (il Cielo ce la conservi!) ha deciso di deliziare quello che, certo ingiustamente, il poeta gallico Alphonse de Lamartine definì “il popolo dei morti” con il cosiddetto Decreto Milleproroghe.
Non perderò tempo in commenti, se non per quanto riguarda le multe che vennero comminate a coloro che rifiutarono le magiche punturine su cui non vale la pena insistere. Non pochi dei sanzionati presero la multa per quello che era e non pagarono. Ci fu, invece, chi decise di corrispondere la somma richiesta dallo Stato.
Ora, il sullodato Decreto annulla le sanzioni, ma ben si guarda dal provvedere alla restituzione di quello che qualcuno potrebbe etichettare come “il maltolto”. Per quanto mi riguarda, penso che questo basterebbe per sollevare dubbi sul Governo, ma noi a certe pinzillacchere non facciamo caso.
Ad aggiungere comicità a comicità, ecco le reazioni illustri riportate dal giornale.
Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ritiene che chi ha pagato è stato un fesso. Parere suo, ovviamente. Forse a Roma c’è chi si fa una risata.
Il ministro Matteo Salvini ricorda quella che definisce “drammatica pagina Covid fortunatamente alle spalle”, e qui diventa impossibile non dargli ragione. L’unico punto d’incertezza è che cosa il personaggio intenda con l’aggettivo drammatico. Insomma, da che parte sta il dramma? Poi, ecco che continua affermando che il comportamento del regime è stato scorretto e che giustizia vuole che non ci siano “punizioni ulteriori.” Punizioni per che cosa resta misterioso, così come resta misterioso come mai, se quello fu un errore, non si risarcisca chi per quell’errore ci ha rimesso il lavoro, per non dire di altro.
Ora è il turno di tale Giovanni Donzelli, esponente del partito egemone Fratelli d’Italia, che, dall’alto della sua cultura (iscrizione alla facoltà di lettere, poi a quella di agraria per poi abbandonare gli studi), afferma che “era utile vaccinare le persone deboli e anziane ma tanti di noi, me compreso, da vaccinati col green pass hanno preso il Covid.” Ora, mi è difficile entrare in quella mente, e mi interrogo: come può un ovvio incompetente affermare che fosse utile vaccinare i deboli e gli anziani? Se il personaggio si è preso il morbo dopo le punturine di ordinanza, non ha capito che quelle pratiche erano palesemente inutili, e questo per non andare oltre? Ma, alla fine, il tale Donzelli dice candidamente che quelle imposizioni non avevano nulla a che fare con la medicina, trattandosi di scelte politiche. Domanda: e se un giorno il parlamento decidesse che dobbiamo amputarci una gamba per risparmiare su milioni di scarpe?
Ma ecco che arriva il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, laureato in lettere: “L’Aifa ha recentemente scritto che nessuno dei vaccini Covid riportava come indicazione la prevenzione del contagio, e infatti si è visto che non lo prevenivano. Quindi le premesse per queste multe non ci sono.” Domande: visto che il prodotto non preveniva un bel nulla, e visto che gli addetti ai lavori (c’ero pure io) lo sapevano perfettamente, perché quella imposizione con tutta la tragedia che ne è conseguita? E, se non serviva a non ammalarsi, a che cosa, di grazia, mirava?
E qui mi si permetta di onorare la deputata Debora Serracchiani, avvocatessa, con un premio speciale. Dalla sua mente luminosa scaturisce che togliere la multa ai medici chiamati no-vax è un errore, perché quei soldi avrebbero fatto comodo. Domanda: è questo ciò che si insegna alla facoltà di giurisprudenza? Altra domanda: se si acchiappa un ladro con la refurtiva in tasca, è un errore fargliela restituire perché a lui avrebbe “fatto comodo”? Avvocatessa, c’illumini!
Non contento delle sue esibizioni con repliche, entra in scena Roberto Burioni personaggio che, come si suol dire, non ha bisogno di presentazioni. Dalla sua cattedra, c’informa che i cosiddetti vaccini (Burioni ha un’idea personale su che cosa sia un vaccino, idea che non coincide con quella di chi ha studiato farmacologia) erano efficaci nel prevenire l’infezione; quindi, chi ha scelto di rifiutare un vaccino ha messo in pericolo la sua salute e quella degli altri. Questi i fatti INCONFUTABILI (il maiuscolo è nell’articolo). Il resto è politica, ma quella peggiore.” Beh, forse il divino Roberto non è stato informato né di quello che è stato dichiarato al parlamento europeo da chi produce quei liquidi né di ciò che ha comunicato l’AIFA. Che ciò che racconta il personaggio sui fatti INCONFUTABILI è inconfutabilmente una confessione. Cambiare canale fa bene alla salute.
Poteva mancare Matteo Bassetti, il maschio cui piace piacere (https://www.today.it/gossip/vip/matteo-bassetti.html https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/bassetti-sexsymbol-chi-191511/)? Secondo il luminare, cancellando le multe si è dato il cattivo esempio, con il terribile morbo che attanaglia il Congo e con l’influenza aviaria in arrivo. Che c’entri questo con l’argomento non è del tutto chiaro, ma è coerente con il personaggio.
Sipario alzato su Gianni Rezza che fu direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della salute durante il periodo Covid. Secondo l’illustrissimo, la guerra contro la malattia è stata vinta, e la vittoria è merito del cosiddetto vaccino. Ma se l’AIFA ha detto che…? Vabbè: si tratta di Rezza.
Non volendo infierire per ragioni sportive sul tale Nino Cartabellotta, che già ha avuto modo di intrattenerci con la sua conoscenza della lingua di Dante (“chiesimo“, “dissimo” e “tradummo“ e si veda, ad esempio, https://www.meteoweb.eu/2024/12/cartabellotta-strafalcioni-e-scontri-in-commissione-covid/1001709102/), penultimo della serie è Pieluigi Lopalco (Pd Puglia), il personaggio che in una conferenza tenuta a Modena al cospetto di adolescenti che giocavano con il telefonino affermò che quella che chiamava sperimentazione dei vaccini sui neonati (ovviamente tralasciando d’interessarsi su come si sperimenta un farmaco) era effettuata su soggetti volontari, si esibisce con un verboso pistolotto su cui non mi soffermerò per pietà umana. Mi limito a menzionare la frase “chi ha messo al primo posto la salute pubblica, accettando vaccinazioni, restrizioni e sacrifici personali per la salvaguardia del bene comune…” Insomma, anche per questo tale ciò che ha detto candidamente chi produce quei liquidi e ciò che, altrettanto candidamente, ha affermato l’AIFA è da ignorare. A parte l’ovvia domanda “che ce ne facciamo dell’AIFA, se c’infischiamo di ciò che fa e dice?” ciò che conta è quello che crede lui.
Buon ultimo, nell’articolo illuminante arriva Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Il faro di saggezza c’illumina con: “essere per principio contrari alla vaccinazione obbligatoria è sempre un po’ pericoloso perché quello che può accadere in futuri eventi pandemici non è prevedibile.” Avrà dato un’occhiata a ciò che è successo nel corso e nella gestione della cosiddetta pandemia? Avrà letto la Costituzione? Intanto, io mi appello all’art. 21 e all’art. 33.
Ora, basta: la prossima puntata sarà su Zelig.
prof. Stefano Montanari