Il Filifisso

Il Filifisso

Si fatica qualche secondo nel comprendere la disposizione del corpo nel ruolo di quel maledetto spazio, le parti strappate e ciò che ne resta. È il tempo che si ferma, condannato a non più scorrere, congelato, come il respiro di chi osserva questa ennesima foto. Una tra migliaia, molte di bambini e bambine tritati in ogni modo… Il busto è con la testa verso il basso, lo si capisce dalle mani riverse. L’osso bianco del femore destro, spezzato; dà l’idea della violenza e potenza dell’onda d’urto di bombe vergognose usate contro i palestinesi in modo del tutto indiscriminato e criminale. Chissà da dove, da quale piano di quale palazzo dilaniato, questo essere umano è stato sparato in aria e urtando contro alcuni cavi: vi si è abbracciato, fondendosi in eterno con essi. Dio (se esiste, se buono, se osserva il nostro pianeta), sembra essere diventato cruento o sadico e cercare tali nuove forme di comunicazioni; attraverso una strana ma non nuova e perversa arte: vuole darci messaggi molto più chiari, ma con immagini forti. Ecco quindi per i nostri animi addormentati una versione rivisitata del crocifisso di 2 millenni fa. Purtroppo il corpo di questo uomo, come quello di troppi umani assassinati, è anonimo e non merita stesso destino postumo di quel celebre Figlio di 2000 anni fa…

Purtroppo niente.

Il massacro palestinese continua da quasi un anno, nel silenzio-assenso totale di un occidente al di là di ogni limite. Lo stesso significato dell’aggettivo umano è da ricalcolare, in funzione delle vere cifre di nostra cecità e dis-empatia. Si può uccidere premendo un grilletto di una pistola o anche non impedendo che la mano di chi la brandisce, tiri indietro quell’indice…

In entrambi i casi: si uccide. In entrambi i casi: qualcuno muore assassinato.

È persistente quanto falsa l’illusione, che l’autore materiale sia più colpevole di chi solo assiste e consente indirettamente la morte, potendo potenzialmente se volesse fermare quel dito altrui e invece no. Il grilletto altrui termina sordido la sua codarda corsa, come quella maledetta e solerte pallottola. Ne uccide così, ancora dopo millenni, dopo milioni di sacrifici, di più la solita indifferenza che la spada. Due millenni fa le notizie non erano globali, l’informazione non andava dai salotti, ai satelliti alle nazioni, alle nostre menti; eppure continuiamo a renderci tutti più o meno complici di ciò e tante altri stragi; perchè? È ovvio che qualcuno in primis distorce le notizie, ne enfatizza alcune per censurarne altre. In secundis chi controlla il nostro sistema socio-culturale, ha eradicato sapientemente dai nostri comportamenti e dalle nostre menti la coscienza e la consapevolezza che il vero potere è nelle mani del popolo se unito, ben informato e ben educato a combattere uno per tutti e tutti per uno: come le api di un alveare.

Isola le api e l’alveare ha un rapido declino.

Metti le api contro le une alle altre, crea schieramenti tifoserie, partiti, stati e l’alveare si autodistruggerà prima ancora.

Questa nuova strana forma d’arte divina, umana o disumana, di pochi su tutti: comunica non solo tristezza; ma dovere.

Noi abbiamo il dovere. Noi dobbiamo gridare. Dobbiamo qualcosa, qualsiasi cosa.

Non è solo altruismo o empatia: è ormai nuda sopravvivenza; perchè se il male non è arginato lì, lontano o altrove, presto quell’altrove diverrà il qui. Quell’umano sacrificato per chissà che, potrebbe essere ed è già uno di noi; potrei essere io o tu.

Le notizie in senso lato, contengono informazione asettica. Chi le divulga dà eco al loro messaggio e vi ricorda come l’umanità è sul punto di vincere una volta per sempre l’élite globalista, che la devasta da secoli: basta solo essere uniti ed iniziare a lottare seriamente, con costanza e pervicacia, senza strafare.

Ogni ape, ha un piccolo pungiglione e produce solo pochi grammi di miele, nella sua apparentemente futile esistenza; ma tutte insieme impollinano, in un grande miracolo-esempio, tutte le foreste del pianeta e difendono al costo della solo così preziosissima propria vita, quella della propria specie, tutti gli alveari da chiunque li minacci.

Opera “d’arte cosmica” titolo: “Filifisso”.

Autore principale: élite pro-nwo sionista.

Co-autori: Dio artefice, l’umanità intera, vittime, carnefici e indifferenti.

Ingegnere Meccanico Vincenzo Santoro Lungimirante.

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