L’uomo non serve più…nemmeno per procreare
Non ci sono più i maschi di una volta.
Dal 1973 al 2018 il numero di spermatozoi si è più che dimezzato passando da 101,2 milioni a 49 milioni per millilitro di seme.
E’ quello che si legge nello studio dell’epidemiologo israeliano Hagai Levine docente dell’Università Ebraica di Gerusalemme, pubblicato sulla rivista Human Reproduction Update.
Lo studio, durato 40 anni, è stato condotto con la collaborazione del prof. Shanna Swan della Icahn School of Medicine, Mount Sinai, New York, insieme a ricercatori in Danimarca, Brasile, Spagna, Israele e Stati Uniti.
Una prima ricerca conclusasi nel 2017 ha esaminato i dati provenienti dalla popolazione maschile del Nord America, Europa, Australia e Nuova Zelanda.
Invece la nuova indagine ha raccolto i dati di oltre 57.000 uomini seguiti in 223 studi di 53 Paesi compresi l’America Latina, l’Asia e l’Africa.
Le conclusioni sono catastrofiche, oltre la metà del numero degli spermatozoi si è ridotta nel tempo, è stato rilevato che il tasso di riduzione degli stessi e del 1,1% all’anno.
La dott.ssa Sarah Martins da Silva, esperta di medicina riproduttiva presso l’Università scozzese di Dundee sostiene che le potenziali cause della infertilità maschile, raddoppiata negli ultimi vent’anni, possono essere l’esposizione all’inquinamento, alla plastica, al fumo, alle droghe e ai farmaci, così come lo stile di vita moderno che conduciamo, l’obesità e la cattiva alimentazione.
Questa ricerca evidenzia anche i bassi livelli della salute degli uomini che risultano maggiormente esposti al rischio di malattie croniche e cancro ai testicoli, definite insieme come sindrome da disgenesia testicolare, e quindi una ridotta aspettativa di vita.
Inoltre ciò evidenzia ovvie e gravi implicazioni per la sopravvivenza della specie umana.
Il professor Hagai Levine ha indicato una recente ricerca che spiega che i disturbi nello sviluppo durante la vita fetale sono collegati alla compromissione della fertilità e ha ammonito che è urgente una iniziativa globale al fine di promuovere ambienti più sani per tutte le specie e ridurre le esposizioni chimiche e i comportamenti che minacciano la nostra salute riproduttiva.
Altri studi condotti negli ultimi 50 anni dall’Università di Copenaghen hanno provato che è stata compromessa anche la qualità e la mobilità degli spermatozoi.
L’università di Napoli ha tenuto sotto osservazione 85 lavoratori dei caselli autostradali, ed ha concluso che l’esposizione continua agli inquinanti dell’auto come ossidi di azoto e piombo danneggiano la qualità dello sperma negli uomini giovani e di mezza età.
E’ stato portato avanti lo studio su 32 uomini in salute, esposti per 5 ore alle radiazioni del loro telefono cellulare per verificarne gli effetti sulla loro salute
E’ emerso che il risultato è la frammentazione del DNA e la mobilità degli spermatozoi che diventano lenti e poco attivi.
L’Istituto Superiore di Sanità rivela che, dal numero di coppie che si rivolgono alla fecondazione assistita, il 40% dei problemi riguarda gli uomini, il 40% le donne ed il 20% la coppia. Una coppia su 5 non riesce a procreare naturalmente.
Ma non c’è da preoccuparsi perché sempre in Israele, presso il Weizmann Institute of Science, il dott. Jacob Hanna è riuscito a creare embrioni sintetici di topo da cellule staminali, senza bisogno di sperma, uovo e fecondazione.
Gli embrioni formati fuori dell’utero sono cresciuti sino a 8,5 giorni e hanno sviluppato un cervello, un collegamento neurologico, un tratto intestinale e cuori che battevano. L’esperimento è stato pubblicato in un rapporto sulla rivista scientifica Cell.
Ma lo scienziato israeliano non si è fermato qui, anzi: è passato a sperimentare in una società privata la Renewal Bio dichiarando in un’intervista al Massachusetts Institute of Technology che: ”…L’embrione è la migliore macchina per la produzione di organi e la migliore bio-stampante 3D: vogliamo semplicemente emulare ciò che fa la natura…,…gli embrioni umani ottenuti in questo modo sarebbero la soluzione perfetta per i trapianti di tessuti d’organo, l’infertilità, le malattie genetiche e i problemi legati alla vecchiaia…”.
E allora…avanti con questa scienza con l’acca, l’uomo bionico è sempre più vicino. Ai posteri…
Carlo Ceresoli